Con questa celebre frase Marshall McLuhan apre una profonda riflessione sul ruolo che i media giocano nella nostra società. Partendo da una prospettiva di determinismo tecnologico il professore di Toronto voleva porre l'attenzione su come gli strumenti della comunicazione influiscono in maniera radicale sul tipo di messaggio comunicato.
Da qui si può trarre la semplice conclusione che non basta creare il messaggio adatto, ma anche scegliere lo strumento giusto per esprimerlo. Una verità che diventa sempre più complessa col moltiplicarsi delle modalità a disposizione. L'avvento dei nuovi media ha infatti messo a disposizione un'infinità di mezzi diversi nella quale spesso si fatica ad orientarsi.
Si passa dal più semplice sito web ai blog, ai podcast, alle nuove forme legate alla telefonia mobile, ma anche a you-tube ed alle sue declinazioni aziendali. Strumenti che nascono così rapidamente da accorgersi come utilizzarli solo quando ormai sono superati.
Il boom di Second Life potrebbe essere uno di questi casi, da un lato le aziende si affrettano ad apparire nel mondo virtuale, dall'altro molte non hanno ancora ben capito la loro funzione all'interno. La stessa crisi delle dot.com è certamente in parte legata da una pessima comprensione dello strumento da utilizzare e dall'ignoranza su come utilizzarlo.
Spesso nel mondo delle imprese ci si trova davanti a due scelte: da un lato quella di costruire una strategia basata sul concetto di presenza. La presenza su ogni media, su ogni strumento e la sperimentazione dei nuovi. Dall'altro il rigetto degli strumenti moderni, probabilmente legato a scottature causate da passate esperienze.
Come spesso avviene la soluzione si trova nel mezzo: nella scelta di utilizzare un nuovo media solo quando si ha la certezza di sapere che tipo di messaggio quel media comunica, per poi costruire una propria creatività che si leghi ad esso.
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