giovedì 5 luglio 2007

Virtual Marketing


Non so se il termine esiste, ma Virtual Marketing mi sembra il nome adatto per battezzare le nuove declinazioni che questa disciplina sta sviluppando nel suo impatto con i mondi virtuali.

Oggi si parla tanto di Second Life, per le aziende essere presenti in questo ambiente virtuale tridimensionale vuol dire avere una vetrina sul mondo, essere qualcuno, aumentare il numero di utenti e così via.


Ma riflettiamo con un po' di lucidità sullo strumento:


Innanzi tutto, cosa è Second Life?


Difficile dare una definizione compiuta e semplice di un ambiente virtuale così strutturato, qualche giorno fa la risposta migliore che sono riuscito a dare è stata: conosci il gioco Sims? Ecco, è la stessa cosa, solo che tutti i personaggi al suo interno sono persone reali connesse alla rete.

In altre parole è un mondo alternativo al nostro costruito tridimensionalmente all'interno della rete in cui ognuno può "muoversi ed interagire" tramite il proprio avatar.


Perchè ha così successo?


Non è facile rispondere a questa domanda. In realtà Second Life nasce come altre centinaia di ambienti virtuali creati nella rete: dai più tradizionali Extremelot ai più moderni Mmorpg

(Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) quali World of warcraft. Si potrebbe citare come motivo del successo la presenza di 6 milioni di iscritti sparsi per il mondo, ma riflettendo esistono anche comunità più numerose (World of Warcraft contava ben 8 milioni e mezzo di utenti nel marzo 2007). L'unica differenza che trovo tra questa comunità e le altre è che Second Life è l'unica di queste dimensioni che sia andata oltre il pubblico degli appassionati d'informatica e di videogiocatori coinvolgendo altri target. Persone che poi hanno fatto da amplificatore creando un'enorme pubblicità.


Come viene utilizzato Second Life nel marketing?


Attualmente molte aziende fanno a gara per apparire in questo mondo virtuale in maniera unica e particolare. Ma a che scopo? Attualmente gli unici obiettivi sembrano essere la possibilità di aprire dei negozi vetrina (un po' come essere sulla fifth avenue o sugli champs elysèe) e la pubblicità secondaria che essere presenti in un ambiente nuovo e sotto l'attenzione dei media può procurare. Tuttavia la maggior parte di questi ambienti dopo l'apertura restano vuoti, incapaci di attirare l'attenzione di una comunità attratta dalle novità, ma difficile da trattenere a lungo.


Perchè Virtual Marketing e non Second Life marketing?


La risposta può apparire banale: quando parliamo di marketing in ambienti virtuali è importante ricordarsi come Second Life è solo uno di questi, e forse anche il meno utile dal punto di vista di marketing. Se attualmente questo ambiente può dare un forte impatto d'immagine bisogna ricordare quanto i suoi utenti siano eterogenei e difficili da segmentare in un'analisi del target.

Viene quindi da riflettere se sia meglio utilizzare uno strumento così generalista o magari non declinare il proprio avatar aziendale in ambienti virtuali già esistenti e di grandi dimensioni più connessi al nostro target.

mercoledì 4 luglio 2007

Il mezzo è il messaggio


Con questa celebre frase Marshall McLuhan apre una profonda riflessione sul ruolo che i media giocano nella nostra società. Partendo da una prospettiva di determinismo tecnologico il professore di Toronto voleva porre l'attenzione su come gli strumenti della comunicazione influiscono in maniera radicale sul tipo di messaggio comunicato.

Da qui si può trarre la semplice conclusione che non basta creare il messaggio adatto, ma anche scegliere lo strumento giusto per esprimerlo. Una verità che diventa sempre più complessa col moltiplicarsi delle modalità a disposizione. L'avvento dei nuovi media ha infatti messo a disposizione un'infinità di mezzi diversi nella quale spesso si fatica ad orientarsi.
Si passa dal più semplice sito web ai blog, ai podcast, alle nuove forme legate alla telefonia mobile, ma anche a you-tube ed alle sue declinazioni aziendali. Strumenti che nascono così rapidamente da accorgersi come utilizzarli solo quando ormai sono superati.
Il boom di Second Life potrebbe essere uno di questi casi, da un lato le aziende si affrettano ad apparire nel mondo virtuale, dall'altro molte non hanno ancora ben capito la loro funzione all'interno. La stessa crisi delle dot.com è certamente in parte legata da una pessima comprensione dello strumento da utilizzare e dall'ignoranza su come utilizzarlo.

Spesso nel mondo delle imprese ci si trova davanti a due scelte: da un lato quella di costruire una strategia basata sul concetto di presenza. La presenza su ogni media, su ogni strumento e la sperimentazione dei nuovi. Dall'altro il rigetto degli strumenti moderni, probabilmente legato a scottature causate da passate esperienze.
Come spesso avviene la soluzione si trova nel mezzo: nella scelta di utilizzare un nuovo media solo quando si ha la certezza di sapere che tipo di messaggio quel media comunica, per poi costruire una propria creatività che si leghi ad esso.